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Cooperazione internazionale allo sviluppo, Agenda 2030, migrazioni

di Paolo Dieci, Giordana Francia

DOI 10.12910/EAI2018-057

L’articolo analizza due questioni globali che interpellano oggi la cooperazione internazionale: l’Agenda 2030 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile adottata dalle Nazioni Unite nel settembre del 2015 e il dibattito sulle migrazioni

La cooperazione internazionale rappresenta parte integrante della politica estera del nostro Paese fin dal 1987. Alla base di questo legame vi sono soprattutto due considerazioni. La prima è che la costruzione di un ordine mondiale più equo e stabile non può prescindere dall’eliminazione delle forme più estreme di povertà e privazione di diritti individuali e collettivi. È impensabile, in altre parole, in tante aree del mondo, un’azione efficace di prevenzione e risoluzione dei conflitti che faccia esclusivo affidamento sugli strumenti del dialogo politico e della diplomazia, in assenza di strumenti finanziari e operativi tramite i quali sostenere la riabilitazione del tessuto sociale, il funzionamento dei servizi di base, la ripresa economica. Un caso al riguardo emblematico è quello della Somalia, per molti aspetti lo stato più fragile del pianeta, dove gli strumenti dell’azione diplomatica, del peace building e dell’intervento di cooperazione devono concorrere, ognuno con la sua specificità, ai comuni obiettivi di favorire la ricomposizione del tessuto sociale, promuovere la pacificazione, sottrarre alla fame e alla vulnerabilità estrema milioni di persone. La seconda considerazione è che la cooperazione internazionale può assolvere la funzione di avvicinare società e territori, in un’ottica di reciprocità di interessi e condivisione di obiettivi. Un progetto di cooperazione può divenire – e in molti casi concretamente diviene – un catalizzatore di sinergie tra territori, amministrazioni locali, imprese, dare vita a relazioni stabili nel tempo, in un contesto economico mondiale globalizzato. Alla luce di queste riflessioni si comprende come gli stanziamenti finanziari per la cooperazione internazionale non rappresentino solo impegni solidali verso comunità e paesi poveri, ma anche investimenti sul presente e sul futuro delle nostre stesse società. …

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