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Dalla Smart City alla Smart Community

di Claudia Meloni, Antonella Tundo, ENEA; Giulia Paoloni, Franco Orsucci, Associazione Mind Force; Federica Cervini, Associazione Periagog

DOI 10.12910/EAI2017-006

L’approccio alle Smart City dovrebbe basarsi sull’uso di tecnologie a basso impatto ambientale con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone. Tuttavia, l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione può anche portare all’isolamento degli individui. Porta invece a risultati positivi quando incrementa le relazioni sociali e innalza la qualità della vita di una comunità. Vengono qui illustrati alcuni progetti pilota sviluppati da ENEA in ambito smart city and community, finanziati dal Ministero Istruzione Università e Ricerca e dal Ministero Sviluppo Economico, e che hanno registrato positivi effetti sociali

L’approccio efficace e sistemico alle smart city dovrebbe basarsi sull’uso di tecnologie a basso impatto ambientale e sulla condivisione dell’obiettivo sociale del miglioramento della qualità della vita delle persone. La formazione sulle competenze sociali, l’organizzazione delle comunità, la partecipazione attiva e la diffusione dei processi culturali sono iniziative in grado di attivare nei cittadini comportamenti sostenibili (smart behaviour) proprio perché fortemente ancorate ai bisogni reali (la mobilità, l’economia, il lavoro, la sicurezza, la sanità, l’invecchiamento…).

La disponibilità di infrastrutture e tecnologie che consentono l’accesso alle informazioni, sono fattori indispensabili e abilitanti ma non sufficienti, poiché significativo è l’utilizzo che di esse se ne fa. L’esempio più importante di tale limite è costituito proprio dalle tecnologie che permettono l’accesso alle informazioni, ossia le cosiddette ICT (Information & Communication Technologies). Benché il termine sia positivo sotto ogni aspetto a fini sociali, è riconosciuto che l’abuso di tali tecnologie (uso intensivo di TV, videogiochi, smartphone, internet e social network), specie negli adolescenti, inibisce la socializzazione e la comunicazione, determina situazioni d’isolamento dal contesto sociale e culturale di riferimento, con sconfinamento nei casi peggiori in vere e proprie ludopatie o nuove patologie …

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