Cooperazione allo sviluppo: chi decide le priorità?
di Andrea Sonnino
DOI 10.12910/EAI2018-054
La cooperazione allo sviluppo è una forma di collaborazione tra Stati (e tra Stati e organizzazioni internazionali) che ha per obiettivo lo sviluppo politico, economico, sociale e ambientale delle aree più svantaggiate. Le cifre investite dai Paesi donatori sono aumentate negli ultimi decenni con effetti positivi in alcuni casi, controversi in altri. L’articolo discute un aspetto rilevante per il successo dei programmi di cooperazione allo sviluppo: chi decide quali sono le reali necessità di un Paese o di una comunità? Con quali meccanismi si identificano le priorità degli interventi da effettuare? Quanto i programmi di cooperazione allo sviluppo fanno gli interessi di coloro cui sono diretti e quanto quelli dei donatori? Peraltro, pochi Paesi in via di sviluppo hanno formulato politiche di cooperazione e pertanto non è facile centrare i programmi sulle reali necessità dei recipienti, non esplicitamente espresse. L’articolo illustra infine le iniziative internazionali per migliorare l’efficacia della cooperazione allo sviluppo
La cooperazione allo sviluppo (in inglese development aid o development cooperation) è la forma di collaborazione tra Stati (e tra Stati e organizzazioni internazionali) che ha per obiettivo lo sviluppo politico, economico, sociale e ambientale del sistema globale, in particolare nelle aree più svantaggiate. Nata in ambito governativo negli anni ’60, dalla fine del XX secolo è affiancata dalla cooperazione prestata da fondazioni private, enti filantropici e organizzazioni non governative (ONG), che sono arrivati a gestire tra un sesto e un quinto delle risorse totali. La cooperazione pubblica allo sviluppo (Official Development Assistance [ODA]) rappresenta quindi un passaggio di risorse finanziarie, anche sotto forma di assistenza tecnica o di trasferimento di tecnologie, da un governo o da un organo pubblico di un Paese sviluppato a favore di un Paese in via di sviluppo (PVS). …