Certificazione energetica degli edifici in Italia, il contributo del CTI
di Cesare Boffa
DOI 10.12910/EAI2020-092
Fornire una panoramica aggiornata dello stato attuale della certificazione energetica del parco edilizio nazionale e offrire a policy e decision maker un riferimento solido e documentato. E’ uno dei principali obiettivi del “Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici” realizzato da ENEA, in collaborazione con CTI, quale strumento di analisi e monitoraggio per comprendere l’evoluzione delle attività legislative e tecniche e la loro influenza su uno dei settori più importanti per il sistema Paese.
Cesare Boffa
Presidente Comitato Termotecnico Italiano
La presentazione del “Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici” è stata l’occasione per fornire una panoramica aggiornata dello stato attuale della certificazione energetica del parco edilizio nazionale.
Il documento – frutto della collaborazione dell’ENEA con il CTI – riporta un'analisi approfondita degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) emessi nel periodo 2016-2019 e raccolti attraverso il SIAPE, ovvero Sistema Informativo sugli APE, e i Catasti delle Regioni e delle Province Autonome. Il rapporto rappresenta un momento chiave di un progetto importante: trasferire agli operatori del settore i risultati del lavoro e le informazioni in materia di certificazione energetica degli edifici che ENEA e CTI, grazie alla collaborazione delle Regioni e Provincie autonome e con la supervisione del MiSE, raccolgono durante la loro quotidiana attività. Il rapporto già oggi, ma ancora di più in futuro, grazie a periodici aggiornamenti, consentirà a policy e decision maker di avere un solido riferimento per comprendere a fondo come le attività legislative e tecniche in materia di efficienza energetica degli edifici si evolvono nel tempo e influenzano le dinamiche di uno dei mercati più importanti per il sistema Paese. Il lavoro fin qui svolto, nato da una iniziativa del CTI risalente a 10 anni fa e ora gestito a quattro mani con ENEA, evidenzia tra l'altro come sia fondamentale il ruolo della normazione tecnica elaborata dal CTI, su mandato di UNI – Ente Nazionale di Normazione.
Quest’attività è destinata non solo al legislatore e a chi opera direttamente su edifici ed impianti ricercandone le migliori prestazioni energetiche o sviluppando nuove tecnologie, ma anche a chi è più o meno direttamente coinvolto; tra questi è utile evidenziare, ad esempio, gli operatori immobiliari, gli istituti di credito, le compagnie assicuratrici e, ultimo ma non meno importate, il consumatore finale, sempre più evoluto e coinvolto nel processo di decarbonizzazione del pianeta. In questo contesto, la normazione tecnica assume quindi un ruolo di rilievo poiché su di essa si basa l’intero servizio di attestazione della prestazione energetica degli edifici. Un aspetto da evidenziare è che il complesso castello di norme tecniche per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici è stato elaborato in conformità alla legislazione europea.
Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici 2020, l’ultimo rapporto realizzato da ENEA e CTI, disponibile alla pagina https://www.efficienzaenergetica.enea.it/pubblicazioni/rapporto-annuale-sulla-certificazione-energetica-degli-edifici-2020.html
Almeno tre direttive europee entrano in gioco, le cosiddette EPBD: direttiva 2002/91/CE, 2010/31/UE e (UE) 2018/844. Il contesto nazionale più significativo è invece definito dal Decreto Ministeriale 26/06/2015 “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici”, ovvero il cosiddetto “Requisiti minimi”. In particolare, tale decreto prevede l’utilizzo delle norme tecniche nazionali UNI/TS 11300 che sono state predisposte dalle Commissioni Tecniche del CTI, attualmente impegnate in una profonda revisione delle stesse. Le UNI/TS 11300 costituiscono pertanto uno strumento indispensabile per la redazione degli attestati di prestazione energetica. Le diverse parti della serie UNI/TS 11300, ben 6, nel corso degli anni sono state ottimizzate mediante processi di revisione col fine di rendere gli algoritmi più precisi e per consentire una completa modellizzazione dell’edificio comprendente la maggior parte delle tecnologie e delle soluzioni, strutturali e impiantistiche, ad oggi in uso negli edifici.
Le sei parti, come noto ai più, riguardano in dettaglio:
- Determinazione del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale
- Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale, per la produzione di acqua calda sanitaria, per la ventilazione e per l’illuminazione in edifici non residenziali
- Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva
- Utilizzo di energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria
- Calcolo dell'energia primaria e della quota di energia da fonti rinnovabili
- Determinazione del fabbisogno di energia per ascensori, scale mobili e marciapiedi mobili.
Ma un nuovo quadro è alle porte. Infatti, sono 90 i documenti normativi (tra norme tecniche UNI EN e rapporti tecnici UNI CEN/TR) elaborati sotto il mandato M/480 della Commissione Europea e pubblicati a inizio 2018 che costituiranno lo scenario futuro.
Queste norme sono già oggi vigenti e utilizzabili per diagnosi energetiche, studi di fattibilità degli interventi, modellizzazione, dimensionamento e analisi varie, ma non per la redazione degli APE e per gli ambiti regolamentati dal Decreto Legislativo 192/05 e s.m.i. e quindi dal decreto Requisiti minimi. Infatti, così come recita anche la nota posta in premessa a tutte queste norme, sono ancora attualmente in preparazione le appendici e i moduli nazionali che le renderanno utilizzabili in futuro ai fini dell’applicazione della legislazione in materia.
È in fase di revisione anche il pacchetto delle UNI/TS 11300 che sarà completamente rivisto. L'interruttore, però, lo gestirà il legislatore nazionale quando sarà completato un importante studio sull'impatto tecnico ed economico di tali nuove metodologie sul sistema APE nazionale che ENEA sta svolgendo in collaborazione con il CTI.
Infine, è utile citare un altro significativo supporto che il CTI ha fornito in questo ambito. Si tratta dell'elaborazione del tracciato di interscambio XML, nato dalla collaborazione tra le Regioni, le Province Autonome, le Software house ed ENEA, utile per agevolare la trasmissione di informazioni tra le banche dati regionali e il sistema nazionale (SIAPE), contribuendo di fatto ad integrare la mole di dati che sono poi stati utilizzati per la realizzazione del Rapporto ENEA-CTI.