Le sfide per la comunicazione del rischio in ambito sanitario
di Andrea Cerase
DOI 10.12910/EAI2017-055
La comunicazione del rischio è stata spesso intesa come strumento di persuasione, trasferimento di informazioni da un emittente esperto ed autorevole a individui privi di competenza scientifica. La nascita di molteplici culture del rischio elaborate da gruppi e organizzazioni sociali ha reso obsoleta la comunicazione unidirezionale e rende necessario uno scambio d’informazioni aperto, bidirezionale e negoziato tra vari attori, volto a creare relazioni di fiducia reciproca tra cittadini e Istituzioni e a costruire un pubblico informato e consapevole, in grado di prendere autonomamente le decisioni migliori
Ai fini di questo lavoro saranno trattati soltanto alcuni aspetti, particolarmente rilevanti per la comunicazione del rischio:
- la secolarizzazione della scienza e dei saperi esperti;
- la dialettica tra la centralità culturale del rischio e la differenziazione delle culture del rischio;
- la tendenza ad individualizzare le scelte per eliminare o mitigare i rischi.
Primariamente, la società del rischio si caratterizza per una generalizzata erosione della fiducia nei confronti di scienza e tecnologia, accusate non solo di non aver controllato efficacemente i rischi ma di averne prodotti altri ancora più gravi. Questo fenomeno, che riguarda anche le scienze mediche, è individuato da diversi autori come un aspetto tipico dell’attuale fase di modernizzazione. Non a caso si è parlato di declino della deferenza per segnalare la perdita di fiducia del pubblico nei confronti della scienza e delle istituzioni pubbliche. Paradossalmente, la difficoltà di valutare e gestire efficacemente i rischi ha promosso una crescente domanda di certezza e di sicurezza che ha finito per radicalizzarsi nella distopia di una società virtualmente esente da rischi: la zero risk society. …