Dal Mondo
Nel dicembre del 2010 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò il 2013 Anno Internazionale per la Cooperazione per l’Acqua. Nell’ambito di questa iniziativa, si è svolta il 22 marzo scorso la Giornata Mondiale dell’Acqua. Per la natura intrinseca dell’acqua quale elemento universale e trasversale, l’anno per la cooperazione per l’acqua ha un approccio multidisciplinare, comprendendo le scienze naturali e sociali, la formazione, la cultura e la comunicazione.
Il tema dell’acqua, uno dei più importanti nel panorama del contrasto alla povertà nel mondo meno sviluppato, ha per obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica per sviluppare un ambiente favorevole alla nascita di nuove idee e affrontare le sfide relative alla gestione dell’acqua.
Gli eventi fulcro della “Settimana per la Sostenibilità di Abu Dhabi”, svoltasi nello scorso mese di gennaio, sono stati il Vertice Mondiale delle Energie del Futuro (World Future Energy Summit - WEFS) e il primo Vertice Internazionale per l’Acqua (International Water Summit - IWS), legati tra loro dal filo conduttore dell’interdipendenza tra consumo energetico e risorse idriche. Inoltre, gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato l ‘approvazione dell’accordo di installazione nei propri territori della sede generale dell’Agenzia delle Energie Rinnovabili (International Renewable Energy Agency - IRENA). Al summit ha partecipato anche la Cina che, per la prima volta, si è mostrata disponibile a discutere di come limitare le proprie emissioni di CO2 (le più alte al mondo).
L’International Water Summit, evento dedicato alle tecnologie per il settore dell’acqua, mira a diventare la nuova piattaforma globale per la promozione sostenibile delle risorse idriche nelle regioni aride.
Il World Future Energy Summit è l’evento annuale più importante al mondo dedicato allo sviluppo futuro dell’energia, all’efficienza energetica e alle tecnologie pulite. Obiettivo del Summit è la presentazione di soluzioni energetiche innovative e la creazione di opportunità di investimento, partenariato e collaborazione industriale nei settori dell’energia solare, eolica, geotermica, da maree, da biomasse; dei biocombustibili e celle combustibili; dei trasporti puliti e dell’edilizia verde.
Le performance ambientali dell’Italia sono state poste sotto la lente di ingrandimento dell’OCSE che, a marzo, ha pubblicato il Rapporto “Italia 2013 highlights”. In particolare i tecnici di Parigi hanno preso atto dei progressi compiuti dal nostro paese in materia ambientale, complice anche la crisi economica che ha naturalmente mitigato le pressioni dell’economia sull’ambiente. Nonostante i passi avanti, il rapporto restituisce un quadro di luci e ombre: infatti, alla significata riduzione nelle emissioni di inquinanti atmosferici, agli avanzamenti nella gestione dei rifiuti, al miglioramento nel grado di tutela della biodiversità e della qualità delle acque superficiali fanno da contraltare la scarsa qualità dell’aria nelle grandi città, l’aumentato livello dei rifiuti, l’eccessivo sfruttamento delle acque sotterranee e l’erosione del suolo.
Sempre a Parigi e nel mese di marzo, si è riunito il Climate change expert group (CCXG) Global forum, iniziativa congiunta di OCSE e dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA). L’evento, inteso come iniziativa di promozione del dialogo da parte degli esperti sui futuri negoziati internazionali sui cambiamenti climatici, ha permesso di fare un punto sugli esiti del COP18 a Doha (su cui vedi anche, nella nostra rivista, http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/EAI/anno-2012/n.-6-novembre-dicembre-2012/cambiamenti-climatici) e di condividere informalmente i potenziali orientamenti al 2015 e al post 2020.
L’IAEA ha organizzato la “International Conference on fast reactors and related fuel cycles (FR13)”. L’incontro ha costituito l’occasione per lo scambio di informazioni sui programmi nazionali ed internazionali e sugli sviluppi più recenti in materia di ricerca sui reattori veloci e sulle relative e più efficienti tecnologie applicate al ciclo del combustibile in termini di affidabilità ed economicità. Un obiettivo fondamentale della conferenza, in linea con la precedente edizione del convegno svoltasi a Tokyo, è stato lo spazio dedicato ai giovani ricercatori nell’ambito dello “Young Generation’s Event (YGE)”.
Secondo il rapporto “Tracking Clean Energy Progress”, diffuso ad aprile dall’IEA in occasione del Clean Energy Ministerial, l’evento che ogni anno riunisce i ministri dell’Ambiente dei Paesi responsabili dei quattro quinti delle emissioni mondiali, lo sviluppo di energia a bassa emissione di carbonio sta progredendo troppo lentamente per limitare il riscaldamento globale. La generazione di energia è ancora dominata dal carbone e i governi non riescono ad aumentare gli investimenti in energia pulita: secondo la IEA la produzione di energia da carbone è cresciuta del 45% tra il 2000 e il 2010, rispetto alla crescita del 25% delle fonti non fossili. Negli USA il cosiddetto “shale gas” ridimensiona il ruolo del carbone (vedi nella nostra rivista http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/EAI/anno-2012/n.-4-5-luglio-ottobre-parte-I/gas-e-petrolio-non-convenzionale-molto-meno-di-una-rivoluzione ). Altrove però l’impiego del carbone è aumentato, anche in Europa, dove la generazione mista di energia aumenta a spese del gas naturale. Qualche notizia positiva: nonostante la crisi economica e politiche non sempre lungimiranti, nel 2012 il fotovoltaico e l’eolico sono cresciuti rispettivamente del 42% e del 19% rispetto al 2011, grazie soprattutto al contributo di Paesi emergenti come Brasile, Cina e India.
(Flavia Amato, Paola Cicchetti)