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Città resilienti: un nuovo modello per il futuro

Quale futuro per le città? Se ne è discusso a Bonn in Germania in occasione del Congresso Mondiale "Resilient Cities 2011 - 2nd World Congress on Cities and Adaptation to Climate Change” che ha visto la partecipazione di circa 550 delegati, tra cui sindaci, governatori regionali e locali ed alti funzionari delle Nazioni Unite.

Il Congresso, incentrato sulla pianificazione, la valutazione dei rischi, i costi ed i finanziamenti necessari per l'adattamento dell'ambiente urbano ai cambiamenti climatici, ha permesso di individuare le azioni necessarie per favorire l'adattamento delle città ai cambiamenti del clima con cui sempre più urgentemente dobbiamo fare i conti. I risultati di maggior rilevo riguardano due punti: uno relativo alle modalità di progettare città resilienti, l'altro, relativo alle modalità di finanziamento.

Per la progettazione urbanistica di città resilienti è necessario innanzitutto che sindaci, e amministratori locali siano consapevoli dei problemi che i cambiamenti del clima pongono e delle sfide che sono chiamati ad affrontare, ponendo alla base della  progettazione urbanistica criteri di prevenzione non solo dei rischi presenti, ma anche e soprattutto di quelli futuri in relazione alla vulnerabilità sia naturale sia indotta dalle attività umane sul loro territorio.

Per quanto riguarda le modalità di finanziamento, è necessario passare dall'attuale approccio top-down ad un approccio bottom-up, ovvero orientato sulla domanda a livello locale. Ma affinché la domanda sia efficace e siano effettivamente raggiunti gli obiettivi è necessario che anche gli operatori economici locali ed i cittadini siano consapevoli delle implicazioni dello loro scelte su un territorio che in futuro potrebbe essere anche molto diverso da quello attuale.

Edi Valpreda del Centro ENEA di Bologna, esperta di gestione del rischio, ci ha detto che sicuramente serve un nuovo modo di pianificazione delle aree urbane che consenta di  prevenire i rischi e i danni dei cambiamenti climatici in un quadro coerente di strategie di sviluppo socio economico nazionale e locale. Tuttavia, in una realtà come quella italiana, le cui città sono ricche di edilizia storica e di patrimonio artistico, la nuova pianificazione territoriale va coniugata con la conservazione e il recupero intelligente dei centri storici e dell’edilizia esistente. Discorso ben diverso per le periferie ed i nuovi insediamenti dove però bisogna passare dagli attuali metodi di edificazione di città rigide e vulnerabili a metodi di pianificazione di città resilienti ed adattabili, tenendo conto di fattori di fattori complessi anche non energetici, come quelli  che caratterizzano gli ambienti urbani dal punto di vista culturale.

Secondo Mauro Annunziato, coordinatore del programma smart cities lanciato da ENEA e coinvolto in programmi di ricerca e sperimentazione europea delle smart cities, l’approccio olistico delle "città intelligenti" permette una visione delle problematiche energetico-ambientali non disgiunta da quelle connesse alla qualità della vita, alla coesione e partecipazione sociale. In tale approccio la resilienza della città è integrata nello sviluppo di tecnologie a misura d’uomo che permettono l'adattamento progressivo e continuo dei servizi al cittadino e delle stesse strutture urbane ai bisogni dei cittadini stessi.

(Laura Di Pietro)

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