Oceano Artico caldo? Sì, a giudicare dal plancton tropicale
Dopo i batteri tropicali che vivono nel Mar Baltico causando un aumento rapido dei casi di infezioni tropicali nei paesi del Nord Europa, si scopre ora che anche il plancton tropicale ha raggiunto i mari subpolari artici.
Per la prima volta sono state scoperte specie tropicali di zoo-plancton che vivono e proliferano nelle acque dell’Oceano Artico di fronte alle coste norvegesi. Lo hanno annunciato ricercatori americani, norvegesi e russi che partecipano ad un progetto di ricerca della Columbia University, dopo aver pubblicato i risultati delle loro ricerche sul Journal of Micro Palaeontology (volume 31, n. 2, luglio 2012, pgg. 139-158). Lo zoo-plancton trovato appartiene alla specie “radiolaria”, costituita da organismi microscopici che tendono ad aggregarsi tra di loro formando figure simili a piccole conchiglie e si nutrono di micro-alghe e di batteri.
I campionamenti in mare risalgono al 2010, quando una nave oceanografica polare norvegese intraprese una serie di ricerche marine nelle acque dell’Oceano Artico a nord-ovest dell'arcipelago delle isole Svalbard, a circa metà strada tra l'Europa e il Polo Nord. Nell'esaminare successivamente in laboratorio i campioni di acqua prelevati, i ricercatori hanno scoperto con sorpresa questo zoo-plancton tropicale che aveva differenti dimensioni e in diverse fasi di sviluppo. Lo zoo-plancton non solo aveva invaso le acque dell'Artico, ma aveva trovato anche le condizioni dell'ambiente marino adatte alla sua proliferazione, nonostante le apparenti condizioni proibitive di quelle aree polari.
I ricercatori hanno cosi dedotto che sicuramente lo zoo-plancton è stato trasportato dalla corrente del Golfo, ma il fatto che specie tropicali potessero sopravvivere nelle acque dell'Artico rappresenta un'evidente indicazione che le acque marine artiche si sono riscaldate e che l'ecosistema artico è in condizioni favorevoli anche alla proliferazione di micro-organismi tropicali. Potrebbe trattarsi di un ciclo periodico del riscaldamento marino polare indotto da forti impulsi di acqua calda proveniente dalla Corrente del Golfo che riesce a penetrare nell’Artico, perché, dicono i ricercatori, ci sono stati casi precedenti nei secoli scorsi come testimoniano gli studi sui sedimenti marini.
Le verifiche condotte hanno, però, mostrato che la temperatura media di tutta l’area dell'Artico (e non solo quella interessata dalla corrente del Golfo) è aumentata di 5 °C in questi ultimi 60 anni. Questo equivale a dire che c'è stato un tasso di riscaldamento pari a ben 0,83°C per decennio, ovvero 8,3 °C per secolo, un incremento, questo, elevatissimo pari a circa 10 volte di più della media globale. Si deve, pertanto osservare che le condizioni termiche marine sono tali che anche impulsi più intensi della corrente del Golfo, che in passato avrebbero avuto durata limitata, ora si trovino nella condizione di poter persistere molto più a lungo nel tempo.
“Anche se non vi è assoluta certezza di una correlazione tra invasione del plancton tropicale e riscaldamento del clima - ” hanno osservato i ricercatori ENEA sui cambiamenti climatici – “i risultati di questa ricerca sono compatibili con gli effetti dei cambiamenti climatici e ambientali in corso. Occorreranno ovviamente conferme successive per verificare se si tratta di un episodio effettivamente isolato oppure di una nuova situazione dell'Artico”.
(Daniela Bertuzzi)