Prefazione
di Grazia Barberio e Roberto Morabito - ENEA, Unità Tecnica Tecnologie Ambientali
Sviluppo dell’eco-innovazione in Italia
Il dibattito degli ultimi due anni ha messo in luce come anche in Italia si senta l’urgenza di passare da un modello economico basato sullo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e sulla scarsa attenzione agli impatti delle attività antropiche su ambiente, società e qualità della vita, ad un nuovo modello di sviluppo, basato su un uso sostenibile delle risorse naturali ed una riduzione drastica degli impatti ambientali e sociali ai fini di un miglioramento generalizzato della qualità della vita. Il passaggio alla green economy implica la capacità di innovare non solo cicli produttivi e consumi ma anche approcci culturali e stili di vita.
Questo si può realizzare tramite lo sviluppo e la messa in pratica dell’eco-innovazione che punta a riqualificare processi da brown a green e a creare nuove filiere green, portando sia alla riduzione di impatti e ad una migliore gestione delle risorse ma anche allo sviluppo economico e all’aumento dei posti di lavoro e della qualità del lavoro stesso (green jobs). Eco-innovazione è anche economia della conoscenza; cultura della responsabilità che porta a dare maggiore enfasi ai processi partecipativi/inclusivi, alla informazione e interazione tra i diversi soggetti interessati. Infine si riconosce importante il ruolo dei partenariati tra pubblico e privato, tra ricerca e imprese. Tutto con l’obiettivo di una crescita che passa da un’eco-innovazione condotta secondo un approccio sistemico, che tiene conto del profilo economico e delle dimensioni sociale e ambientale come componenti imprescindibili dello sviluppo sostenibile i cui attori sono i cittadini, le imprese, le istituzioni e la ricerca.
L’idea di pubblicare questo fascicolo della rivista ENEA sullo sviluppo dell’eco-innovazione in Italia è nata all’interno del Gruppo di Lavoro del Consiglio Nazionale della Green Economy sullo “Sviluppo dell’eco-innovazione” con lo scopo di rappresentare, anche se solo parzialmente, per ovvi motivi di spazio, il lavoro che il Gruppo ha svolto negli ultimi due anni a supporto degli Stati Generali della Green Economy.
Gli Stati Generali della Green Economy, nati nel 2012 da un’idea del Ministro dell’Ambiente con le principali associazioni di imprese “green” italiane, hanno l’ambizione di promuovere un nuovo orientamento dell’economia italiana verso una green economy, per aprire nuove opportunità di sviluppo durevole e sostenibile ed indicare una via d’uscita dalla crisi economica e climatica. Gli Stati Generali, ad oggi, sono promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 66 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dello Sviluppo Economico.
Quest’anno vi è stato il secondo appuntamento con gli Stati Generali della Green Economy, presso la Fiera Ecomondo di Rimini (6 e 7 novembre 2013), che ha visto più di 2.500 iscritti.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio, letto in apertura degli Stati Generali, in cui asserisce come sia “….più che mai necessario proseguire nel cammino avviato dal Consiglio Nazionale volto al rilancio della crescita dell’Italia che passi, con prospettive di più ampio respiro, attraverso la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e la formazione. È infatti necessario costruire un modello di sviluppo in grado di garantire i delicati equilibri ambientali nel pieno rispetto degli irrinunciabili principi costituzionali di tutela della salute e della dignità della persona”.
All’interno del Consiglio, e a supporto degli Stati Generali, sono stati costituiti 10 Gruppi di Lavoro (GdL), composti da rappresentanti di organizzazioni di imprese della green economy, di singole imprese, della società civile e da esperti del settore, nei settori considerati strategici, ovvero: 1. Sviluppo dell’eco-innovazione; 2. Sviluppo dell’eco-efficienza, della rinnovabilità dei materiali e del riciclo dei rifiuti; 3. Sviluppo dell’efficienza e del Risparmio energetico; 4. Sviluppo delle fonti Energetiche Rinnovabili; 5. Sviluppo dei Servizi degli Ecosistemi; 6. Sviluppo di una Mobilità Sostenibile; 7. Sviluppo delle filiere agricole di qualità ecologica; 8. Sviluppo di una finanza e un credito sostenibili per la Green Economy; 9. Regioni ed Enti Locali per la Green Economy; 10. Acque.
Ciascun GdL ha prodotto 10 documenti programmatici (oggetto di discussione pubblica in Assemblee Programmatiche), punti di partenza per una ‘Roadmap per la Green Economy in Italia’ che illustra 79 proposte approvate dal Consiglio Nazionale della Green Economy. Da queste il Consiglio ha selezionato 10 Priorità, costituenti un Pacchetto di misure per un Green New Deal per l’Italia da mettere in pratica subito, e sul quale è già iniziato un confronto pubblico con il Ministro dell’Ambiente e il Ministro dello Sviluppo Economico per avviare il percorso di lavoro che condurrà a un piano strategico di rinascita per l’Italia incentrato sulla green economy. Tali documenti sono consultabili sul sito www.statigenerali.org.
Lo scopo specifico del fascicolo è da un lato presentare una sintesi del lavoro svolto dal GdL1 “Sviluppo dell’eco-innovazione” nell’ambito degli Stati Generali della Green Economy, a partire dal Documento Programmatico del Gruppo, che descrive lo scenario dell’eco-innovazione attraverso definizioni, strategie, impatti economici, posizionamento ed esperienze italiane nel settore dell’eco-innovazione e presenta le proposte elaborate dal GdL1 per la Roadmap per la Green Economy in Italia. D’altro canto si presentano alcuni contributi, elaborati nell’ambito del GdL1, inerenti la trattazione dello sviluppo dell’eco-innovazione declinato secondo alcune strategie ed approcci e la descrizione dettagliata di alcune delle esperienze italiane di eco-innovazione citate nel documento programmatico.