Avezzano 1915-2015: cento anni di ingegneria sismica
Giovanni Di Pangrazio - Sindaco di Avezzano
Paolo Clemente - Dirigente di Ricerca ENEA
Sono trascorsi 100 anni dal tragico evento che distrusse totalmente la città di Avezzano. Rimase in piedi soltanto una casa, costruita nel 1910 dall’ing. Cesare Palazzi, mentre delle altre rimasero soltanto cumuli di macerie. I soccorsi partirono con molte ore di ritardo sia a causa dell’impraticabilità di molte strade sia per l’impreparazione dello Stato ad affrontare un disastro simile. I dati furono terrificanti: 11.700 vittime su un totale di 13.000 abitanti nella piccola cittadina; complessivamente, nella vasta area interessata dal sisma, i morti furono circa 30.000.
Sono trascorsi 100 anni nei quali la città è stata ricostruita ed è cresciuta notevolmente.
Sono trascorsi 100 anni ma nulla è stato dimenticato, grazie anche alle testimonianze orali e scritte, tramandate di generazione in generazione fino ai nostri giorni.
Sono trascorsi 100 anni, ma quali sono stati i progressi della scienza e della tecnica a favore della sicurezza dei cittadini?
Disastri come quello del 1915 possono ancora verificarsi? Che cosa si fa per prevenire i terremoti e mitigarne gli effetti? In questo secolo altri terremoti sono accaduti in varie parti d’Italia alcuni con effetti disastrosi, anche se non paragonabili a quelli della Marsica. In questo numero della rivista, con i contributi presentati al convegno tenutosi nel Castello Orsini di Avezzano nei giorni 29 e 30 maggio 2015, viene esposto lo stato dell’arte sul tema con riferimento agli aspetti tecnico-scientifici. Sono affrontate le problematiche inerenti alla pericolosità sismica, all’indagine storica, all’analisi dei danni dovuti ai recenti terremoti e, soprattutto, alle moderne tecnologie antisismiche, per quel che riguarda la progettazione di nuove costruzioni e l’adeguamento di quelle esistenti.
Ma gli sforzi della scienza e della tecnica sono vani in assenza della consapevolezza del rischio da parte della popolazione e di un impegno serio e duraturo da parte delle istituzioni. Geofisici e ingegneri possono descrivere le caratteristiche dei terremoti e i loro effetti sulle costruzioni, rispettivamente, e quindi le caratteristiche che le costruzioni devono avere per salvaguardare soprattutto, ma non solo, le vite in esse presenti. A valle di questi studi e delle relative conclusioni, però, è la politica che sceglie il grado di sicurezza che una comunità può permettersi, tenuto conto dei costi.