
L’uso dei composti di cobalto dall’antichità al XVIII secolo
di Jean-Pierre Haldi e Claudio Seccaroni, ENEA
DOI 10.12910/EAI2016-061
Storia, tecnologia e commercio delle materie coloranti blu utilizzate per vetri, ceramiche e pitture dagli antichi Egizi all’alba dell’era industriale. Il tema, trattato in questo articolo, viene approfondito in una originale monografia recentemente pubblicata da ENEA
Nel corso degli anni 90 analizzando mediante la tecnica della spettrometria di fluorescenza di raggi x (XRF) una serie di mosaici e vetrate medievali, di ceramiche rinascimentali e di affreschi e dipinti su tavola rinascimentali, in presenza del cobalto sono state riscontrate alcune situazioni nettamente diversificate ma ricorrenti nel pattern degli elementi chimici ad esso associati. Tale caratteristica per essere compresa a pieno necessitava di un’approfondita ricerca, oltre che di un allargamento della casistica relativa alle occorrenze. Il punto di arrivo di questa ricerca è un volume monografico sul cobalto e sui prodotti ad esso associati (minerali e coloranti da essi ottenuti), responsabili della colorazione azzurra intensa di vetri, smalti, e pigmenti da usarsi su maioliche, ceramiche e porcellane o nelle tecniche pittoriche su tela, tavola o muro …