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La transizione delle città a smart cities deve essere la più rapida possibile
Intervista con Alessia Cappello, Assessora allo Sviluppo economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano
Alessia Cappello è dall’ottobre 2021 Assessora allo Sviluppo Economico e alle Politiche del Lavoro con delega all’implementazione e allo sviluppo delle imprese innovative nella giunta comunale milanese guidata da Giuseppe Sala. Nella sua attività rientrano numerosi settori strategici della città, le politiche legate all’occupazione, la tutela e lo sviluppo dei settori del commercio, dell’impresa, dell’artigianato, delle attività produttive, dei servizi, oltre che la gestione di spazi e aree pubbliche e lo sviluppo delle imprese innovative. In questa intervista abbiamo chiesto all’Assessora Cappello quali sono, secondo la sua esperienza, le direttrici su cui puntare per rendere le nostre città più smart, più sostenibili, efficienti, inclusive e competitive tenendo conto che oggi oltre il 50% della popolazione mondiale vive nelle città che consumano il 75% delle risorse naturali e sono responsabili dell’80% delle emissioni di tutto il pianeta?
L’attrattività delle città è innegabile ed è confermata dai dati. Le città sono luoghi di crescita, di formazione, di relazioni e di grandi opportunità. Tuttavia la transizione a smart cities deve essere più rapida possibile in Italia e nel mondo (penso a Paesi che stanno vedendo un processo di urbanizzazione rapidissimo come Cina e India) e deve includere diversi elementi che contribuiscono a formare il mix necessario per ridurre l’impatto della gentrificazione: transizione ecologica e digitale, e soprattutto inclusione sociale. Partendo dalla transizione ecologica, occorre aumentare l’efficienza energetica degli edifici superando il consumo di combustibili fossili, favorire l’utilizzo di energia verde, stimolare la digitalizzazione dell’energia, passando poi per la mobilità sostenibile e una razionalizzazione nella fruizione della rete stradale, riducendo gli spostamenti e aumentando gli spazi verdi.
Per favorire un più alto livello della qualità della vita dei cittadini, una più efficace tutela dell’ambiente ma anche risparmi sui costi, ritorni sugli investimenti e una maggiore competitività delle imprese ed occupazione, una grande opportunità può essere rappresentata dall’innovazione in chiave di ‘smartizzazione’: Smart city, grids, communities, mobility ecc. per fare alcuni esempi.
Parlerei più di “Smart Landscape”, che riguarda l’intera area metropolitana e che include la smart city potenziandola con tecnologie abilitanti come AI e blockchain, in cui dati ed energia vengano gestiti in maniera consapevole, e in cui la governance delle città sia frutto di una strategia. Alcune scelte sono dirimenti nello sviluppo della smart city e nella gestione energetica e idrica, come ad esempio la dislocazione dei data center.
La Milano Smart City Alliance, promossa da Assolombarda in collaborazione con il Comune di Milano e alcune Amministrazioni della Città Metropolitana, si propone come laboratorio per elaborare un modello sperimentale per la creazione delle prime Comunità Energetiche (CER) a matrice pubblica: un laboratorio per mettere a fattor comune le competenze e le esperienze dalle proprie imprese e per tracciare un percorso virtuoso che porterà alla diffusione dello strumento come leva per la transizione energetica del territorio.
Già da aprile del 2023 la Giunta Comunale ha approvato una strategia per lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili solidali (CERS) nell'area urbana, identificando 5 zone su cui attivare altrettanti progetti: Bovisa, Città Studi, Ghisolfa, Niguarda/Affori e Chiaravalle. Queste comunità sostengono la transizione ecologica e l'uso di fonti energetiche rinnovabili, contribuendo così a contrastare la povertà energetica e i costi elevati dell’energia. Inoltre, le CER promosse sono anche solidali, ovvero capaci di reinvestire gli incentivi in progetti locali.
Nella sua esperienza di assessore al Comune di Milano quali sono le principali sfide da affrontare lungo questo percorso? E perché Milano è considerata fra le città più smart d’Europa?
Sulla base dei diversi parametri che stabiliscono i requisiti di una “smart city”, Milano è sempre tra le città italiane che si sono impegnate di più a livello nazionale. Ma non basta, c’è ancora un lavoro enorme da fare e il nostro benchmark sono le “best in class" mondiali. Una sfida importante riguarda gli aspetti della transizione ecologica di cui abbiamo parlato. E, in vista dell’aumento della popolazione, sarà fondamentale sviluppare un processo condiviso con la cittadinanza affinché diventi sempre più protagonista della trasformazione, in particolare la generazione Z sarà fondamentale nel ridefinire e applicare nuovi valori e comportamenti per metropoli che siano più vivibili.
Milano ha attivato prima di tutte le altre città italiane azioni molto concrete, come il progetto europeo Sharing cities che ha totalmente trasformato un quartiere della città tra lo scalo di Porta Romana e Chiaravalle. https://sharingcities.eu
Ma anche in termini di politiche, la visione che ha ispirato l’amministrazione è stata sempre quella “human centered” dove le tecnologie non sono un fine ma strumento per migliorare la qualità della vita dei cittadini e l’ambiente dove si vive. Negli anni l’amministrazione ha anche sostenuto sotto il profilo dell’innovazione economica molte start up che si sono specializzate proprio in questi ambiti, beneficiando dell’ecosistema milanese.
Le politiche nazionali ed europee per la transizione energetica richiedono un cambio di paradigma che attui una radicale trasformazione nella gestione delle infrastrutture e delle città, coinvolgendo anche attivamente produttori e consumatori per ridurre i consumi di energia primaria da fonti fossili e salvaguardare il benessere socioeconomico. La digitalizzazione del settore energetico è cruciale per favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili e ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, mantenendo al contempo la sicurezza delle reti energetiche. Quali sono le sfide che una città come Milano deve affrontare per promuovere la transizione nel settore energetico e quali strategie pensa che debbano essere adottate per superarle? In questo contesto, qual è la strategia del Comune di Milano?
Le sfide sono molteplici, su molti piani diversi. Sul piano della mobilità pubblica e privata è sempre più necessario investire in una transizione energetica verso mezzi sostenibili, incentivando il trasporto privato sostenibile laddove possibile anche con investimenti in infrastrutture, ma soprattutto stimolando il trasporto pubblico (ad esempio attraverso la collaborazione con Milano&Partners invitiamo i turisti a scegliere i mezzi pubblici - per esempio con il City Pass, ma anche nella comunicazione che sostiene e promuove le Week cittadine) consumi energetici e soluzioni per un’economia green - occorre abbracciare la sfida del PNRR investendo in soluzioni (prodotti e servizi) che facilitino la transizione, ma anche stimolare l’ecosistema ad adottare nuove soluzioni. In questo senso, sempre con Milano & Partners, proviamo sempre a raccontare questa dimensione di Milano lato innovazione, nell’ottica di attirare talenti e giovani menti visionarie pronte ad accogliere la sfida e a sviluppare o espandere i loro business sostenibili in città. https://milanosmartcity.it/
Anche sul fronte lavoro, stiamo promuovendo un’idea di Smart Working Community, che aiuti a ripensare il lavoro agile: stiamo sviluppando una community di imprese che trasformano spazi delle proprie sedi in luoghi di lavoro condiviso aperti ai dipendenti delle altre imprese partner e del Comune di Milano. Un’idea semplice ma al contempo una leva straordinaria per dare concretezza a obiettivi ambiziosi come la città a 15 minuti e accompagnare i grandi cambiamenti in atto in ambito urbano e non solo.
Milano è un centro di innovazione, con la presenza di numerose start-up, centri di ricerca, istituzioni accademiche e Fondi di Investimento. È una città considerata leader nella presenza e sviluppo delle start up e nella presenza dei Fondi che le finanziano e le promuovono. Come si è arrivati a ricoprire questo ruolo? È il risultato di una strategia appositamente adottata? Se sì quale?
Milano è votata all’attrattività di grandi aziende e aziende innovative, oltre ad essere un hub che ha sempre strategicamente lavorato per accogliere e integrare al meglio startup e fondi. Sin dall’inizio del mio mandato questo obiettivo è stato per me fondamentale e ho messo il massimo impegno per far sì che Milano potesse posizionarsi tra le capitali europee dell’innovazione al fianco di altre grandi. Ebbene, per ottenere questo traguardo ho lavorato per step:
- dapprima ho attivato una prima fase di ascolto di tutti i protagonisti del mondo VC & PE, delle start up, degli incubatori e delle Università. Tutti hanno chiesto di creare una rete concreta, funzionale e fluida tra i soggetti protagonisti a livello locale, e crearne nel contempo anche una verticale con altri soggetti internazionali
- insieme alle Direzioni abbiamo voluto creare un grande centro dell’innovazione che permettesse ai soggetti locali di fare network: abbiamo lanciato un bando per la creazione dello Smart City Lab in via Ripamonti 88, che sarà il primo luogo in Italia interamente dedicato alle tecnologie per la città intelligente, inclusiva e sostenibile: - incubatore/acceleratore di startup; - luogo di ricerca, sperimentazione ed esposizione di soluzioni e tecnologie; - centro di promozione dell’innovazione urbana aperto alla città.
- attivate le necessarie sinergie a livello locale, l’Assessorato ha quindi lavorato per costruire la rete internazionale attivando collaborazioni con network capaci di mettere il nostro Paese in connessione con i fondi e startup internazionali. Insieme a Milano & Partners siamo riusciti ad attrarre per la prima volta a Milano la Zero OneHundred Conference che si terrà dal 28 al 30 ottobre presso Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana.
La città ha investito molto nella creazione di infrastrutture intelligenti, come reti di comunicazione avanzate, sistemi di monitoraggio e gestione dell'energia, illuminazione pubblica intelligente, gestione dei rifiuti basata su tecnologie avanzate oltre ad altri numerosi servizi digitali. Come la Città metropolitana ne promuove l’utilizzo e “interviene” sulla “formazione” dei cittadini, considerando che non tutti sono propensi a tali innovazioni e soprattutto non ne hanno dimestichezza?
Il ruolo dei cittadini è fondamentale, grazie a loro a Milano abbiamo raggiunto obiettivi importanti sulla gestione dello spazio verde e dei rifiuti. Purtroppo, spesso sono soggetti a una comunicazione complessa e articolata, a indicazioni difficili e che non orientano le loro scelte. Senza una partecipazione attiva e consapevole e da politiche di incentivazione chiare che spingano le persone ad adottare comportamenti individuali che vadano verso l’economia circolare, puntare una waste reduction rilevante e razionalizzare l’utilizzo di acqua ed energia, la smart city sarà più difficile da realizzare.
Se dovesse indicare uno standard minimo d’innovazione per i Comuni italiani quale innovazione/servizio dovrebbe essere attivato a livello nazionale? Quale “innovazione/soluzione” è impensabile non poterne disporre oggi nella gestione di un contesto urbano?
Per un ecosistema urbano, indipendentemente dalle sue dimensioni, l’innovazione oggi è data da due ingredienti indispensabili: capitale umano, capitale economico. In altre parole, quando un attore economico decide di investire in una città, lo fa prendendo in considerazione soprattutto la concentrazione di talenti. Di contro, i talenti scelgono come mete per il proprio sviluppo personale, educativo e professionale, quelle città o quelle realtà laddove si concentrano opportunità di crescita, di scambio, di ibridazione, di formazione e di confronto. In questo senso, nella prospettiva di un Comune, occorre investire -direttamente o indirettamente- in luoghi di formazione e in programmi di accelerazione di quelle competenze necessarie a rispondere prontamente e in maniera dinamica e aggiornata alle richieste del mercato. Al contempo, è necessario dialogare continuamente con gli stakeholder del territorio per attivare sinergie e mettere a sistema tutte le risorse utili per rendere l’ecosistema il più fertile e inclusivo possibile.
A tal proposito, la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica, oltre ad essere una sfida a livello di macro-Paese, è un ambito su cui occorre investire e, nello specifico, lo sviluppo di infrastrutture di connessione e sistemi scambio dati/informazioni rappresenta senza dubbio uno standard minimo imprescindibile per competere nello scenario globale. Un altro standard minimo d’innovazione è dato dalla capacità di dialogo tra pubblico e privato, su cui Milano, su svariate partite e ambiti, è senza dubbio player all’avanguardia -molte città in Europa ci offrono esempi d’ispirazione, ma nello scenario italiano siamo senz’altro un valido caso. Sicuramente anche degli standard di cyber security adeguati sono il minimo per pensare di costruire una smart city.