Copertina della rivista
Featured
Giorgio Graditi

Il cambiamento climatico richiede integrazione e innovazione

di Giorgio Graditi
Direttore Generale ENEA

La crisi climatica è ormai una realtà innegabile, testimoniata da dati sempre più allarmanti a livello globale. Secondo il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (C3S), l’estate del 2024 è stata la più calda mai registrata a livello mondiale con temperature medie superiori di 0,69°C rispetto al periodo di riferimento 1991-2020. Inoltre, il mese di agosto 2024 ha eguagliato il record precedentemente stabilito nell’agosto 2023, raggiungendo una temperatura media globale di 16,82°C, ovvero 0,71°C al di sopra della media. Questi dati segnalano che il 2024 è destinato a diventare l’anno più caldo mai registrato finora, superando per la prima volta la soglia di 1,5°C di riscaldamento rispetto all’era preindustriale.

Tali evidenti segnali di un cambiamento climatico sottolineano la necessità e priorità di accelerare l’implementazione di soluzioni innovative adeguate al contesto e su larga scala per la mitigazione delle emissioni dirette - agendo nei settori a maggior impatto come energia, trasporti, edilizia - ed indirette, connesse con i processi produttivi, l’utilizzo delle materie prime, lo sfruttamento del suolo. In aggiunta, non meno importante, sarà la capacità di innovare per supportare l’adattamento al cambiamento climatico dei territori e delle filiere produttive. Lo sviluppo, l’implementazione e integrazione di tecnologie, strumenti e metodi per l’adattamento al cambiamento climatico è la sfida più attuale su cui ENEA è già impegnata.

La sfida dell’adattamento ai cambiamenti climatici, un approccio integrato

Affrontare la sfida dell’adattamento ai cambiamenti climatici è una delle priorità globali del nostro tempo. È un processo complesso che non si presta a soluzioni semplici o a scelte precostituite e richiede un approccio integrato inter-multidisciplinare, capace di considerare non solo i diversi settori economici e le differenti discipline scientifiche, ma anche le peculiarità geografiche, culturali e socioeconomiche delle regioni coinvolte. La sfida dell’adattamento non riguarda solo il presente, ma anche il futuro delle generazioni che verranno, rendendo imprescindibile una visione a lungo termine.

Gli impatti dei cambiamenti climatici sono molteplici e interconnessi. Fra tutte, la recente intensificazione di fenomeni meteorologici estremi che stiamo osservando anche nel nostro paese, (le ripetute alluvioni in Emilia-Romagna, la siccità in Sicilia, ecc) colpisce la nostra sicurezza alimentare, la salute pubblica e la stabilità economica. Questi cambiamenti non riguardano solo la natura, ma coinvolgono profondamente la società nel suo insieme, ponendo sfide complesse che necessitano di soluzioni integrate e collaborative, adattando le scelte in funzione delle esigenze collegate ai diversi ambiti produttivi, economici e sociali.

L’Adattamento come Risposta Necessaria e l’approccio integrato

In questo contesto, l’adattamento ai cambiamenti climatici è una risposta necessaria e complementare alla mitigazione. Mentre la mitigazione è fondamentale per ridurre il riscaldamento futuro, l’adattamento è indispensabile per affrontare gli effetti già in atto e quelli inevitabili nei prossimi decenni. La sfida consiste nel trovare strategie di adattamento che siano efficaci, eque e sostenibili. Occorrerà anche tenere in attenta considerazione i vari aspetti di sostenibilità economica e sociale, nonché di compatibilità con altri obiettivi di tutela ambientale.

In questo contesto, un approccio integrato e collaborativo è essenziale per garantire che le misure di adattamento siano pianificate e implementate in modo coerente, considerando la complessità delle dinamiche ambientali, sociali ed economiche. Un approccio integrato all’adattamento climatico prevede la combinazione di vari livelli di governance (locale, nazionale e internazionale), discipline scientifiche (dalla meteorologia all’economia), settori economici (energia, agricoltura, industria, trasporti) e prospettive culturali. È quindi necessario che le strategie di adattamento siano pensate con un orientamento intersettoriale e interdisciplinare. La collaborazione tra diversi soggetti, interessati e coinvolti a vario titolo e livello, e la condivisione di conoscenze e competenze, sono fondamentali per evitare la duplicazione degli sforzi e per garantire che tutte le dimensioni del problema siano considerate. Inoltre, un approccio integrato permette di sfruttare le sinergie tra mitigazione e adattamento, promuovendo, ad esempio, l’adozione di tecnologie che riducano le emissioni e migliorino al contempo la resilienza climatica.

L’innovazione come leva

Dal settore agricolo a quello energetico, dai sistemi urbani alla protezione della biodiversità, l'innovazione tecnologica e scientifica offre soluzioni che permettono di migliorare la resilienza, l’efficienza e la sostenibilità. Le soluzioni innovative passano dalle tecnologie emergenti, ai modelli di sviluppo, agli approcci inter-multidisciplinari che sostengono la transizione ecologica e circolare. Nel settore agricolo, tecnologie come sistemi di irrigazione a goccia o l’uso di sensori e droni permettono di ridurre il consumo idrico, mentre le infrastrutture verdi, come i tetti e le pareti verdi, aiutano a mitigare le alte temperature urbane e ad assorbire l’acqua piovana, riducendo i rischi di alluvione. Inoltre, i nuovi materiali da costruzione sostenibili, come i calcestruzzi ecologici, assorbono meno calore e resistono meglio a condizioni atmosferiche estreme, prolungando la durata delle infrastrutture, mentre le reti idriche intelligenti permettono di ridurre le perdite d’acqua e garantirne una gestione efficiente anche durante le siccità.

L’innovazione nell’ottica della trasformazione dei modelli economici e di governance favorisce l’emergere di modelli di economia circolare, riduce la pressione sugli ecosistemi e permette alle aziende e alle comunità di essere più resilienti ai cambiamenti nei mercati delle risorse naturali.

A livello di governance, gli strumenti di finanza verde e i mercati del carbonio incentivano le imprese e le nazioni a ridurre le emissioni e ad adattarsi ai cambiamenti climatici. Anche la digitalizzazione, l’uso di intelligenza artificiale e big data nei sistemi di monitoraggio e previsione dei rischi climatici supportano le autorità, ed in generale i decisori, a prendere decisioni rapide e informate, migliorando la capacità di risposta e riducendo l’impatto delle catastrofi naturali.

La consapevolezza e l’educazione della società sono elementi essenziali per favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici. Innovazioni come applicazioni mobili e piattaforme di apprendimento online permettono di diffondere informazioni su come ridurre l’impatto ambientale, coinvolgendo le comunità locali nella protezione del territorio. Inoltre, la partecipazione delle comunità attraverso progetti di citizen science permette di raccogliere dati utili per il monitoraggio ambientale e di sensibilizzare i cittadini sui temi legati ai cambiamenti climatici.

L’innovazione sociale promuove nuovi modelli di collaborazione e coinvolgimento che rafforzano la resilienza comunitaria. In molti contesti, l’integrazione delle conoscenze tradizionali con le nuove tecnologie ha dimostrato di essere particolarmente efficace nell’adattamento alle condizioni climatiche estreme, unendo tradizione e innovazione in un approccio moderno e integrato.

Territorio e Imprese: un’Interdipendenza Strategica

Un territorio che si adatta bene ai cambiamenti climatici rappresenta un ambiente stabile e sicuro per le attività aziendali; le imprese possono svolgere un ruolo importante nella costruzione di territori resilienti, collaborando con le autorità locali e investendo in infrastrutture sostenibili.

  1. Collaborazione Pubblico-Privata: attraverso queste partnership, le imprese possono supportare lo sviluppo di infrastrutture resilienti e la protezione delle risorse naturali. Ad esempio, nel settore delle costruzioni, molte aziende stanno collaborando con le amministrazioni locali per sviluppare edifici e infrastrutture resistenti agli eventi climatici estremi.
  2. Investimenti in Infrastrutture Resilienti: le imprese possono contribuire alla resilienza del territorio investendo in infrastrutture sostenibili, come sistemi di drenaggio avanzati per prevenire alluvioni e strutture energeticamente efficienti. Tali investimenti, sebbene inizialmente costosi, possono ridurre i danni causati da eventi climatici estremi e garantire la continuità operativa delle attività aziendali.
  3. Conservazione e Gestione delle Risorse Naturali: le aziende che dipendono dalle risorse naturali, come l’acqua e il suolo, hanno iniziato a implementare pratiche di gestione sostenibile per preservare tali risorse e minimizzare l’impatto ambientale.

Le opportunità e gli strumenti di applicazione: PNRR e PPP

All’interno del PNRR, l’adattamento ai cambiamenti climatici non è solo una priorità ambientale, ma anche un’opportunità per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e il miglioramento delle infrastrutture e della qualità di vita. La strategia prevede interventi sistemici che integrano politiche di riduzione delle emissioni di gas serra, promozione dell’efficienza energetica, sviluppo delle energie rinnovabili e di nuovi vettori energetici puliti e potenziamento delle infrastrutture urbane e rurali per renderle resilienti agli effetti del clima. La sfida del cambiamento climatico richiede anche di ripensare il modo in cui le città sono strutturate. Il PNRR si focalizza sul miglioramento della qualità dell'aria e delle acque, sulla costruzione di spazi verdi urbani e sulla promozione della mobilità sostenibile.

Le partnership pubblico-privato (PPP) stanno emergendo come strumenti strategici per l’implementazione delle politiche climatiche del PNRR. Attraverso queste partnership, il governo può collaborare con imprese private, organizzazioni non governative e istituti di ricerca per sviluppare soluzioni innovative e sostenibili. Le PPP consentono di colmare il gap tra la disponibilità finanziaria pubblica e le esigenze infrastrutturali del Paese, promuovendo investimenti privati in progetti pubblici.

Conclusioni

Un approccio integrato richiede la collaborazione di vari attori. I governi hanno il compito di implementare politiche che incentivino la resilienza e riducano la vulnerabilità sociale, economica e territoriale. Le istituzioni scientifiche devono fornire dati, strumenti, tecnologie e modelli climatici per prevedere gli impatti e informare le decisioni. Le imprese devono impegnarsi in pratiche sostenibili e investire in tecnologie e soluzioni innovative per ridurre il proprio impatto ambientale. Sarà inoltre necessario un sostanziale mutamento degli stili di vita e di consumo verso comportamenti caratterizzati dall’utilizzo di tecnologie pulite, maggiore efficienza energetica e minori emissioni, agendo attraverso le fonti di formazione e informazione del pubblico, unite a azioni di promozione/disincentivazione dei comportamenti in funzione della loro sostenibilità.

La società civile deve essere coinvolta nel processo decisionale, sensibilizzata sui temi climatici e supportata nella costruzione di comunità resilienti. Solo unendo le forze a livello locale, nazionale e internazionale sarà possibile sviluppare concrete strategie di adattamento efficaci, il cui successo dipenderà dalla capacità delle società di adattarsi in modo flessibile e innovativo, rispettando le peculiarità locali e le esigenze dei territori, ma senza perdere di vista il quadro globale. Adattarsi al cambiamento climatico non è solo una questione di sopravvivenza, ma è anche un’opportunità per ripensare i nostri modelli di sviluppo e di consumo in chiave sostenibile e resiliente per le generazioni future.

feedback