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computer raccoglie dati cambiamento climatico

Buone pratiche di economia circolare e cambiamenti climatici

DOI 10.12910/EAI2024-058

di Anna Rita Ceddia, Fabio Eboli, Flavio Scrucca, Dipartimento Sostenibilità, Circolarità e Adattamento al Cambiamento Climatico dei Sistemi Produttivi e Territoriali - ENEA

La transizione all’economia circolare comporta vantaggi che, oltre a riguardare gli aspetti più direttamente correlati ad essa, intessano anche altre dimensioni, quali quella socioeconomica e quella ambientale. Il presente articolo mira ad illustrare le potenzialità della transizione in particolare per quest’ultimo aspetto, dando un quadro sintetico delle Buone Pratiche di Economia Circolare (BPEC) presenti nel Database della Piattaforma Italiana degli attori per l'Economia Circolare (ICESP) caratterizzate anche da sinergie con il contrasto dei cambiamenti climatici.

I vantaggi della transizione all’economia circolare non sono limitati agli aspetti più diretti (maggiore efficienza nell’uso delle risorse, allungamento vita utile di materiali e prodotti, valorizzazione dei rifiuti come risorse) ma si estendono alla dimensione socioeconomica, in termini di nuove opportunità produttive ed occupazionali, ed alla dimensione ambientale per i positivi impatti su biodiversità, ecosistemi e cambiamenti climatici. Questo articolo contribuisce ad illustrare le potenzialità sotto quest’ultimo profilo, rimarcato anche da un recente rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente[1], dando un quadro sintetico delle Buone Pratiche di Economia Circolare (BPEC) presenti nel Database ICESP[2] che al contempo presentino anche sinergie con il contrasto dei cambiamenti climatici.

Il metodo di indagine si è basato su una selezione delle BPEC attraverso la ricerca dei termini più rilevanti all’interno delle schede nei campi “Motivazione”, “Descrizione”, “Risultati”, “Parole chiave”.[3]

Delle 234 BPEC presenti nel database a fine marzo 2024, 78 evidenziano un contributo in termini di riduzione delle emissioni climalteranti o di risparmio energetico. La maggior parte di esse afferisce all’Area “Produzione” (22 BPEC), mentre solo 7 BPEC hanno anche una valenza di tipo climatico solo sul lato “consumo”. Questa ripartizione è in linea con le BPEC ICESP prese nel loro complesso (Figura 1).

In merito alle filiere coinvolte, la maggior parte delle BPEC con rilevanza climatica interessa i settori agricoltura (9), edilizia (8), riciclo dei rifiuti (8) e industrie bio-based (7). Mentre per agricoltura e industrie bio-based l’area principalmente interessata è quella della gestione dei rifiuti, per edilizia e riciclo è invece quella delle materie prime secondarie.

Infine, delle 78 BPEC, 20 quantificano il contributo direttamente riconducibile a pratiche di economia circolare, 35 lo fanno ma senza esplicita relazione causa-effetto, le restanti 23 forniscono informazioni solo di tipo qualitativo. La prossima sezione approfondisce il contenuto della prima categoria.

Figura 1 - Ripartizione BPEC (con e senza benefici climatici) per Area

Evidenze dei benefici climatici

Le evidenze derivanti dall’analisi delle 20 BPEC che quantificano il contributo positivo sul clima (Tabella 1) indicano che:

  • nel settore Abbigliamento e Moda guadagna sempre più attenzione l’utilizzo di materie prime seconde in sostituzione delle materie prime vergini, per una produzione di nuovi capi di abbigliamento basata, ad esempio, a partire dal riciclo di Nylon 6 o da un nuovo filato in poliestere derivante dal recupero del PET, con un abbattimento delle emissioni di CO2 significativo in entrambi i casi. Allo stesso modo, la raccolta/valorizzazione dei vestiti usati secondo i principi della moda solidale e sostenibile si dimostra essere una pratica caratterizzata da elevati benefici in termini di riduzione delle emissioni;
  • per quanto riguarda l’Agricoltura, lo sfruttamento di scarti (ad es. siero residuo di caseificio) e rifiuti (ad es. reflui zootecnici, letame e liquame delle stalle, rifiuti organici residenziali e da sfalci e potature) dei processi produttivi ai fini della produzione di energia e sottoprodotti (compost e biometano) risulta una pratica circolare particolarmente rilevante ai fini della riduzione delle emissioni;
  • nell’ambito del settore Cibo e bevande, la lotta allo spreco alimentare (donazione pasti aziendali non consumati) e l’adozione di modelli di business circolari (contenitori per il take-away e delivery “a rendere”) emergono come pratiche virtuose per la riduzione delle emissioni;
  • nel settore delle Costruzioni, è l’utilizzo di materiali rinnovabili (ad es. paglia e scarti di frumento) ed eco-friendly a rivelarsi una pratica virtuosa caratterizzata da una rilevante riduzione delle emissioni;
  • relativamente al settore dell’Elettronica, il recupero e la rigenerazione di flussi significativi di apparecchiature (computer aziendali) in dismissione si dimostra essere una pratica in grado di garantire benefici ambientali e climatici tutt’altro che trascurabili rispetto alla produzione di nuove apparecchiature;
  • in merito all’Industria bio-based, l’adozione di tecnologie innovative per la valorizzazione di residui di processo e lo sfruttamento di fonti rinnovabili per l’approvvigionamento di materie prime garantisce significativi benefici ambientali;
  • nell’Industria della cellulosa e della carta, l’utilizzo di materiali alternativi alla cellulosa vergine e, in particolare, lo sfruttamento di sottoprodotti provenienti da altre filiere industriali, consente un notevole effetto positivo in termini di emissioni;
  • per quanto concerne pratiche di Riciclaggio, la trasformazione con processi non inquinanti di rifiuti in nuovi materiali/prodotti da poter riutilizzare in nuovi ambiti di applicazione e per vari scopi si conferma particolarmente strategica per la riduzione delle emissioni;
  • interessante è anche il potenziale di Riparazione e Riuso, con la compravendita di usato che si dimostra in grado di garantire un risparmio di gas serra particolarmente significativo rispetto alla manifattura di nuovi beni da materia vergine.

Economia circolare e adattamento ai cambiamenti climatici

Per quanto siano ancora poche le BPEC ICESP che evidenziano, in modo esplicito, l’aumento della resilienza attraverso pratiche di adattamento ai cambiamenti climatici, vale la pena citarle nell’ambito del presente lavoro. Tra di esse vi è, ad esempio, un nuovo sistema di drenaggio urbano che, aggiungendo uno strato di materiali di basso valore commerciale senza ridurre la permeabilità del suolo, rallenta il deflusso di acqua piovana e con esso il rischio di allagamenti e la diffusione di inquinanti, e consente il rilascio graduale dell’acqua così filtrata per irrigare aree verdi urbane.[4] Un altro caso riguarda invece l’implementazione di un sistema di monitoraggio per il controllo dei parametri qualitativi delle acque reflue provenienti da impianti di depurazione civili per permetterne il riuso, arricchite di macro-nutrienti di origine naturale, in ambito agricolo favorendo così la riduzione della pressioni sulle fonti di approvvigionamento usuali e il contrasto a fenomeni di siccità.[5]

Tabella 1 - Sintesi delle BPEC ICESP con impatti positivi su riduzione emissioni e risparmio di energia connesse in modo diretto all’economia circolare

SETTORE

AZIENDA

BUONA PRATICA DI ECONOMIA CIRCOLARE

MATERIALE / RIFIUTI /

ANNI DI RIFERIMENTO

RIDUZIONE EMISSIONI / EMISSIONI EVITATE

RISPARMIO ENERGIA

ABBIGLIAMENTO E MODA

HUMANA

1. RECUPERO INDUMENTI USATI E VENDITA IN NEGOZI SOLIDALI

2019

90 MLN KG CO2

 

ABBIGLIAMENTO E MODA

RADICIGROUP

2. PRODUZIONE GILET SOSTENIBILI

10000 GILET (102000 BOTTIGLIE)

6516 KG CO2 (45%)

60% ENERGIA

ABBIGLIAMENTO E MODA

RADICIGROUP

3. RICICLO DI NYLON 6 PER CALZE SPORTIVE

 

90% EMISSIONI

87% ENERGIA

AGRICOLTURA

FATTORIA DELLA PIANA

4. RESIDUI LAVORAZIONI CASEIFICIO PER PRODUZIONE BIOGAS

 

45% (BIOGAS COMPOSTO DA 55% DI METANO)

2.680 FAMIGLIE SERVITE DA ELETTRICITA'

ALTRO

CONSORZIO LATTERIE VIRGILIO

5. DIGESTIONE ANAEROBICA CON PRODUZIONE ENERGIA RINNOVABILE E DIGESTATO

DA INIZIO ATTIVITA'

350 TON METANO

20 MLN kWh

ALTRO

GRUPPO HERA

6. RIFIUTI ORGANICI E VERDI PER PRODUZIONE BIOMETANO PER TRASPORTO E COMPOST

135000 TON/ANNO RIFIUTI

14.600 TON CO2

 

CIBO E BEVANDE

AROUND

7. NOLEGGIO CONTENITORI SMART E RIUTILIZZABILI

200 UTILIZZI

29 KG CO2

 

CIBO E BEVANDE

GRUPPO HERA

8. DONAZIONE PASTI AZIENDALI

110.000 PASTI (2009-2020)

201.568 KG CO2e

 

COSTRUZIONI

GRUPPO CERAMICHE GRESMALT

9. PIASTRELLE CERAMICHE ECO-FRIENDLY

 

23% CO2

 

COSTRUZIONI

PRESPAGLIA

10. PAGLIA, CALCE, SCARTI DI FRUMENTO PER PRODUZIONE MATTONI

 

100% CO2

1/3 (MINORE DISPERSIONE CALORE)

ELETTRONICA

REWARE

11. RICONDIZIONAMENTO COMPUTER

4000-4500 COMPUTER RIGENERATI

1600 TON CO2e

 

INDUSTRIA BIO-BASED

NOVAMONT

12. STOVIGLIE BIODEGRADABILI

 

50% GHG

 

INDUSTRIA BIO-BASED

NOVAMONT

13. RECUPERO THF DA ACQUE REFLUE PER PRODUZIONE MATER-BI

 

246.000 TON CO2 (TRASPORTO REFLUI EVITATO)

 

INDUSTRIA CELLULOSA E CARTA

FAVINI

14. SOTTOPRODOTTI LAVORAZIONI AGRO-INDUSTRIALI PER PRODUZIONE CARTA

PER 1 UNITA' DI CARTA

20% (CARBON FOOTPRINT)

 

INDUSTRIA CELLULOSA E CARTA

FAVINI

15. RESIDUI DI CRUSCA PER PRODUZIONE CARTA

1 TON DI CARTA

22% CO2e

 

RICICLAGGIO

GEES RECYCLING

16. RIFIUTI DI PLASTICHE TERMOINDURENTI E COMPOSITE PER PRODUZIONE PANNELLI

3000 TON

6 MLN KG CO2

 

RICICLAGGIO

PVC FORUM ITALIA

17. RICICLO PVC DA C&D, INGOMBRANTI E CENTRI GESTIONE RIFIUTI

PER 1 TON DI PVC

2 TON CO2e

0,54 kWh

RIPARAZIONE E RIUSO

MERCATINO SRL

18. MERCATINI DEL RIUSO

6 ANNI

45.000 TON GHG

 

RIPARAZIONE E RIUSO

TYREBIRTH

19. PIROLISI DI PNEUMATICI PER PRODURRE BLACK CARBON E ACCIAIO

1 TON CARBON BLACK VERGINE vs RICICLATO

4,24 TON CO2 (4,4 vs 0,16)

 

SERVIZI B2B

CYRKL

20. PIATTAFORMA SCAMBIO E SIMBIOSI

 

170.000 TON CO2e

 
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